top of page

🪵 Voci di bottega – “La bottega del silenzio”

  • Immagine del redattore: Antonella
    Antonella
  • 28 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

📍 Pienza, Val d’Orcia


C’è una porta aperta tutto l’anno, in un vicolo che profuma di cotto e fieno, dove i passi rallentano senza accorgersene…


È lì che lo trovi: tra trucioli di legno d’olivo, odore di cera d’api, e quella penombra quieta che appartiene solo ai luoghi sinceri.


La bottega è di Gualtiero, settantatré anni e occhi come vetro scuro. Non ha insegna, solo il suono dei suoi gesti: scalpelli, levigatrici, dita che accarezzano il legno come fosse pelle. “Il legno parla”, dice. “Bisogna solo ascoltarlo. L’olivo, per esempio, è testardo. Ma se gli vuoi bene, si apre”.


Gualtiero è nato lì, in quel vicolo, e lì ha deciso di restare. Ha imparato a intagliare guardando suo padre, seduto su una seggiola di paglia, mentre la radio gracchiava voci lontane. “All’inizio copiavo. Poi ho capito che ogni pezzo doveva nascere da qualcosa che sentivo dentro.”


Voci di bottega a Piena

Le sue mani hanno scolpito cucchiai, croci, presepi, balene, madonne, archi di violino. Ogni oggetto ha una storia: di chi l’ha chiesto, di chi l’ha ricevuto, di chi è passato e non ha più dimenticato. “C’è chi torna dopo anni solo per sedersi e stare zitto. E io gli do da fare qualcosa: la carta vetrata, per esempio. Così, senza parole.”


Il legno d’olivo che usa viene tutto da un campo abbandonato sopra Monticchiello. “Ci vado da solo, con la mia macchina vecchia. Lo taglio, lo carico, lo lascio stagionare al buio per tre anni. Serve pazienza. Ma se hai fretta, il legno ti tradisce.” I turisti lo adorano, ma non lo disturbano. Gualtiero non sorride molto, ma regala oggetti con dentro il silenzio. Una volta ha detto a una signora americana: “Questo non è un tagliere. È il pezzo di un albero che ha visto la guerra, la grandine, due innamorati nascosti sotto i rami.” Ha clienti in Giappone, a Parigi, a Vienna, ma non ha mai preso un aereo. “Il mondo, se vuole, viene lui da me.”


E così accade, ogni giorno d’estate. C’è sempre qualcuno che si ferma. Una bambina che si incanta davanti a un cavalluccio, un uomo che tocca un crocifisso e chiude gli occhi, una donna che compra un cucchiaio solo perché “le sembra triste e bello”. Alla fine, Gualtiero rimette tutto a posto. Spazza via i trucioli, chiude la porta a metà, e resta lì, in ascolto. Perché in certe botteghe non si lavora: si custodisce.


🧳 Postilla per chi viaggia

Se quest’estate siete in cammino per l’Italia, non cercate solo monumenti da fotografare. Cercate porte socchiuse, mani segnate, voci che non gridano, ma raccontano. Entrate nelle botteghe. Chiedete storie. Ascoltate il legno, la terracotta, il filo, il vetro. Perché lì, in quei gesti antichi, l’Italia vive ancora intera.


🔍 E se passate davvero da Pienza o dai borghi vicini – Monticchiello, Bagno Vignoni, San Quirico – fermatevi a osservare. Ci sono botteghe vere come quella di Gualtiero. Non sempre si fanno notare, ma se le trovate, vi porterete via qualcosa di più profondo di un souvenir: un pezzo d’anima italiana.


-Antonella - Scelgo l'Italia-




Comentários


NOTE

Le immagini presenti nel blog e tutti i testi, se non altrimenti specificato, sono di nostra proprietà.

COPYRIGHT 2018 - TUTTI I DIRITTI RISERVATI

© 2018 by Scelgo l'Italia Proudly created with Wix.com

bottom of page