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Sicilia tra le mani

  • Immagine del redattore: Antonella
    Antonella
  • 11 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

C’è una Sicilia che non si visita solo con gli occhi, ma si sfiora con le dita. È quella che vive nei laboratori nascosti, nei mercati profumati di agrumi, di sole, e di storie, nei cortili dove il tempo sembra avere una voce antica. È l’isola dell’artigianato, della pazienza tramandata, della bellezza fatta a mano.


Le coffe siciliane, ad esempio, non sono semplici borse. Sono il battito del sole sulla palma nana, intrecciata dalle mani delle donne che hanno fatto del sole, del vento, del sale, una trama. Un tempo servivano per andare nei campi o al mercato, oggi si trasformano in piccole opere d’arte: decorate con passamanerie barocche, specchietti, pompon colorati, teste di leone dorate, cuori sacri, nappe e persino ex voto. Portarle è come portarsi dietro un pezzo di storia e folklore. Anche stilisti come Dolce e Gabbana le hanno fatte rivivere nelle loro collezioni che trasudano lo spirito della indomita Sicilia.


Poi ci sono i pupi siciliani, cavalieri d’altri tempi con armature scintillanti, elmi piumati e sguardi decisi. Nascono dal legno e dal metallo, ma prendono vita sul palcoscenico del teatro dei pupi, dove Orlando, Rinaldo e Angelica combattono ogni sera la stessa battaglia, tra onore e sentimento. Ogni pupo è unico, scolpito a mano, spesso tramandato di padre in figlio, come si fa con i sogni antichi.


E come dimenticare le maestose teste di moro, in ceramica smaltata. Volti immobili eppure vibranti, lui fiero e lei bellissima, nati – si racconta – da una leggenda d’amore e gelosia. Riempiono balconi, salotti e cuori con i loro colori intensi, i turbanti decorati, l’eleganza silenziosa di chi custodisce un mito.


A Caltagirone, invece, il colore diventa ritmo. Le maioliche siciliane sono pura danza: geometrie e fiori, arabeschi e storie popolari, tutto si rincorre sulle piastrelle, sui vasi, sui gradini delle scalinate che sembrano portare verso un altro tempo. Qui la ceramica non è solo materia, è poesia in forma smaltata.


Infine c’è una delicatezza che quasi non si vede, ma si sente: il ricamo siciliano, in particolare lo sfilato. È un filo che scompare e poi riappare, come certi ricordi. Mani sapienti disegnano l’aria sul lino, creando pizzi che somigliano a preghiere. Ogni tovaglia, ogni centrino, ogni angolo ricamato racconta la cura silenziosa delle donne di Sicilia.



Questo è solo l’inizio. Dietro ogni angolo dell’isola c’è una bottega che profuma di legno, di smalto, di tela; c’è una storia che aspetta di essere ascoltata. Continua a seguire il nostro viaggio tra i mestieri, i volti e i luoghi che rendono unica questa terra meravigliosa.


Buon viaggio da Scelgo l’Italia. In Sicilia il cuore trova sempre qualcosa che aveva dimenticato di cercare. Continua a seguirci! Antonella

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