Esistono luoghi sospesi nel tempo che ci riportano alle favole di quando eravamo bambini. Da buona bolognese vi presento un posto situato a pochi chilometri dalla città metropolitana di Bologna: Rocchetta Mattei a Riola, uno di quei luoghi magici che non ti aspetti di trovare nel bel mezzo dell’Appennino Emiliano, un castello dagli echi e dai richiami orientaleggianti, voluto e abitato dal conte Cesare Mattei, un bolognese letterato, politico e medico autodidatta fondatore dell’elettromeopatia, pratica fondata sull’omeopatia e l'elettricità, che seguì personalmente la costruzione del suo castello.
Oggi è l'admin del blog Antonella a portarvi in giro. In una calda giornata di agosto ci mettiamo in viaggio da Bologna per raggiungere la meta; imbocchiamo l'autostrada (non obbligatoria) e usciamo a Sasso Marconi, dopodichè ci immettiamo sulla SS64, la Porrettana che attraversando il dolce appennino bolognese ci condurrà fino a Riola, meta della nostra avventura. Dopo circa un'oretta di viaggio ai nostri occhi compare il castello, e se non fossimo stati preparati a ciò che avremmo visto, la sensazione sarebbe stata quella di aver imboccato un varco spazio-temporale perchè quel castello dalle linee orientaleggianti unite a quella sensazione particolare e un po' inquietante del gotico e del medievale, ci avrebbe fatto dubitare di trovarci ancora nella bella Emilia tra la lussureggiante vegetazione dell'Appennino. La curiosità e l'emozione di poter visitare quegli spazi diventa ora veramente pressante...
Il nostro tour inizia, accompagnati dalla nostra magica guida Ayleen, che avrò modo di ringraziare a fine post. Il castello, costruito nella seconda metà del XIX secolo, mescola in modo eclettico stili diversi, dal medievale al dominante moresco, dal gotico al liberty. L’insieme di edifici che formano il castello odierno, è collocato su un complesso medievale, appartenuto agli imperatori Federico il Barbarossa e Ottone IV e dominio della Contessa Matilde di Canossa. La necessità della difesa del passaggio sul fiume Reno rese prezioso questo castello ai vari sovrani del tempo.
La struttura del castello fu rivisitata diverse volte dal conte durante la sua vita, rendendo il complesso un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale di ricevimento, camere private, passaggi segreti, che richiamano continuamente i citati diversi stili architettonici. Evidenti e chiari all'occhio anche dei profani, i richiami decorativi a costruzioni quali l’Alhambra di Granada per il Cortile dei Leoni e la Grande Moschea di Cordoba per la cappella dove il conte è sepolto.
All’interno della Rocchetta il conte condusse una vita da castellano medievale tanto da crearsi una corte, rallegrata persino da un buffone e giullare. Il castello ospitò illustri personaggi che arrivavano da ogni dove per sottoporsi alle cure di Mattei, sembra che, addirittura, ospiti della Rocchetta siano stati Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II. Nel 1925 avvenne la visita, in forma ufficiale, del Principe di Piemonte. Persino Dostoevskji cita il Conte nei “I fratelli Karamàzov”, quando fa raccontare al diavolo di essere riuscito a guarire da terribili reumatismi grazie a un libro e a delle gocce del Conte Mattei. Il Conte ci appare davvero come un vero "illuminato", un precursore dei tempi, una persona in grado di vedere oltre. Il suo metodo di "cura" richiama la medicina dell’Antica Grecia di Galeno e Ippocrate, ma anche la medicina tradizionale cinese che fondava sui concetti delle alterazioni umorali e temperamentali. I suoi rimedi hanno fatto il giro del mondo nel vero senso della parola e le sue cure sono dunque una sorta di mescolanza di omeopatia, di fitoterapia, di alchimia e di magnetismo.. Alcune delle piante da lui usate le possiamo notare racchiuse in vasi di vetro, vicine al suo sepolcro forse, chissà, per agevolare e proteggere il suo viaggio in una nuova dimensione.
Dopo la seconda guerra mondiale e varie traversie subite negli anni, tra le quali il totale abbandono da parte dei proprietari e delle istituzioni, la Rocchetta viene finalmente acquisita nel 2006 dalla Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, di cui Mattei fu anche uno dei fondatori, e dopo un accurato studio progettuale venne sottoposta a lavori di consolidamento e fedele restauro, terminati con la riapertura al pubblico il 9 agosto del 2015. La Rocchetta ritorna così ai fasti dei tempi passati, diventando una meta turistica di notevole interesse.
Un’iscrizione, posta all’entrata principale ricorda l’origine e il compimento dell’edificio con le seguenti parole:
« Il Conte Cesare Mattei – sopra le rovine di antica rocca – edificò questo castello dove visse XXV anni – benefico ai poveri – assiduamente studioso – delle virtù mediche dell’erbe – per la qual scienza ebbe nome in Europa – ed era cercato dagli infermi il suo soccorso – Mario Venturoli Mattei – compié l’edificio – e secondo il voto di lui – nel X anno dalla morte – ne portò qui le ceneri – con amore e riconoscenza di figlio – il III Aprile MCMVI »
Ma non voglio dirvi di più, preferisco lasciare acceso il sapore della scoperta, la curiosità di scoprire questo mondo fuori dal tempo dove "nulla è come appare", vi invito dunque a visitare questo luogo denso di bellezza e di storia, a respirarne gli echi dei tanti personaggi che sono passati e hanno attraversato i corridoi di questa corte. E ultima chicca: non perdetevi un tour dei villini che il Conte fece costruire intorno alla Rocchetta, residenze dense di pathos, in stile con l'architettura del Castello, dove Mattei ospitava i suoi clienti più facoltosi che potevano permettersi il pagamento del "soggiorno climatico". Per gli altri, meno abbienti, il Conte aveva comunque previsto l'accoglienza gratuita all'albergo della Rosa... Mettete in agenda questo tour, fatto di storia, alchimia, effetti ottici, inquietudine, bellezza, un tour dove occhio e mente possono spaziare e librarsi nel mondo un po' illuminato e un po' ermetico del Conte Mattei.
Sotto uno dei Villini climatici, questo visibile in lontananza anche dal Castello, immerso nel verde dell'Appennino e ora disabitato... vi assicuro molto suggestivo e inquietante...
E dopo la visita potrete andare a mangiare in uno dei tanti ristoranti della zona, ….siamo nel bolognese, il buon cibo non manca.
Tra le foto di famiglia, ne ho ritrovate alcune della Rocchetta scattate da un appassionato di fotografia: mio padre al tempo giovanotto, che possedeva uno studio fotografico amatoriale, parliamo del lontano luglio del 1942. Ne ho scelta una che pubblico insieme ad una scattata in occasione dell'odierna visita, quindi agosto 2019 … direi che il restauro del Castello risulta essere assolutamente fedele!
Vi ricordo che la visita al Castello deve essere prenotata, visto il grande flusso di visitatori, al seguente link: http://prenotazioni.rocchetta-mattei.it/Home/Calendar
I gruppi visita sono costituiti da un limitato numero di persone per gruppo, quindi seguire quanto la guida vi racconterà durante il percorso sarà oltrechè semplice, indispensabile.
Un ringraziamento particolare alla preparatissima guida che ho avuto la fortuna di incontrare io: AYLEEN L. che ha saputo raccontarci in modo davvero esemplare, scorrevole, piacevole e fitto di particolari e curiosità, la storia del Castello e del Conte. Sono certa che tutte le guide di Rocchetta Mattei siano senza dubbio alcuno eccellenti, ma se avrete l'opportunità fornita dal "caso" di incontrare lei, beh, sono certa che avrete modo di capire le mie parole... Grazie AYLEEN!!
- Buona visita dallo staff di Scelgo l'Italia -
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