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PORLEZZA, SAN ROCCO, LA CAMPANELLA E IL LAGO

Torniamo sul lago con la nostra Barbara che ci apre una finestra su un pezzetto della sua estate. Viaggeremo insieme a lei per scoprire una piccola perla e la storia di San Rocco. Luoghi, usanze e racconti sconosciuti ai più, ma che meritano davvero di essere visti e ascoltati. Zaino in spalla, si parte! 

Oggi vi porto, anzi vi riporto, sul lago di Lugano a Porlezza in provincia di Como, dove c'è una chiesina dedicata a San Rocco che da sempre ha suscitato in me curiosità e ammirazione. E' come un diamante incastonato nella roccia e vista dal paese il suo effetto è davvero particolare: pare sospesa a metà della parete rocciosa del monte Palo, tra Porlezza ed il cielo!

Per poterla raggiungere si parte da una piazzetta nel cuore del paese e ci si incammina verso un lungo e largo sentiero in salita. Si oltrepassa, attraverso un ponticello, (Roano) un allegro ed argentino torrente. A terra l'acciottolato, a sinistra la roccia e a tratti un corrimano in legno per agevolare il percorso nei punti più "difficili". Tutto questo sempre senza mai perdere di vista il lago, come da prassi in questi luoghi, che oggi è particolarmente bello perchè soffia una leggera "breva" (nome di un vento che soffia sul lago di Lugano da sud verso nord soprattutto nei pomeriggi tra marzo e settembre) che  regala alle sue acque un aspetto ancora più sorprendente oltre ad alleviare l'afa che quest'estate è veramente pesante ed insistente...


Sulla nostra promenade, oggi 16 agosto, c'è un via vai di pellegrini: è la festa patronale ed è uso salire "fin lassù" alla chiesina per "suonare la campanella" in omaggio al Santo Patrono. Si comincia alle sei del mattino con la processione e l'apertura della chiesa, che non sempre è visitabile, e poi, per tutto il giorno, i pellegrini si alternano per suonare la campanella e si conclude la sera con una bella festa lungo il lago accompagnata da uno scoppiettante spettacolo pirotecnico.

Spettacolo che si può ammirare anche dal battello della società di navigazione del lago, per l'occasione illuminato e vestito a festa. Giunti al sagrato, la salita si dimentica subito abbagliati dalla bellezza della chiesina che con la porta spalancata lascia intravedere l'altare addobbato con meravigliosi fiori bianchi e rossi, una candida e inamidata tovaglia di trina antica e naturalmente un imponente statua di San Rocco. Oltrepassato il piccolo e ordinato sagrato possiamo notare qualche panchina vista lago, un verdeggiante tappeto erboso, una fontanella in pietra per rinfrescarsi e come sospesa nella roccia una statua della Vergine. All'interno della chiesa poche e ordinate file di panche in legno e bellissimi dipinti alle pareti e sul soffitto. A sinistra due grate con l'affaccio sul lago, mentre a destra pochi gradini in pietra conducono al campanile che custodisce la campanella.Una signora gentile accoglie i pellegrini e con entusiasmo racconta la storia di San Rocco e della chiesa che io, cercando di essere breve, racconto a voi...

San Rocco nasce, a lungo desiderato, a Montpellier in Francia da genitori benestanti e molto caritatevoli. Si dice che alla nascita avesse una croce vermiglio impressa sul petto. Cresce seguendo insegnamenti cristiani e all'età di 20 anni rimane orfano. Decide di spogliarsi di tutti i suoi averi e parte alla volta di Roma con l'intento di venerare la tomba dei Santi Pietro e Paolo. Durante il cammino si imbatte nella peste, ma non ne ha paura, anzi, si prende cura degli infetti tracciando sulla loro fronte il segno della croce, curandoli e confortandoli con grande coraggio e umiltà. In questo periodo gli vengono attribuite numerose guarigioni. Giunto a Piacenza, però, contrae pure lui la peste e decide di allontanarsi rifugiandosi in una capanna nel bosco vicino al fiume Trebbia. Si narra che ogni giorno un cane andasse da lui portandogli un tozzo di pane salvandolo così dalla fame. Un giorno viene scoperto dal padrone della capanna che riconosce il giovane ormai divenuto famoso ovunque per le guarigioni miracolose e se ne prende cura. San Rocco guarito riprende il suo cammino e la sua opera di assistenza. Tutti parlano del giovane pellegrino con cappello, bastone, borraccia, conchiglia e cane che aiuta gli appestati ed i bisognosi. La sua fama cresce e in seguito gli verranno dedicate numerose chiese e oratori un po' ovunque, ma soprattutto in Lombardia. San Rocco muore a Voghera un 16 agosto prima dei 35 anni. La sua salma riposa a Venezia nell'omonima chiesa.

E così anche a Porlezza viene eretta una piccola e modesta cappella sopra una rupe del monte Palo dedicata a lui, alla Vergine e a San Sebastiano. Domina tutto il paese e si fa davvero ammirare. San Rocco diviene il patrono di Porlezza e protettore dei suoi abitanti. Nel 1854 il paese viene colpito dal terribile morbo del colera quando, invece, tutto il resto del territorio ne era immune, che nell'anno successivo sterminerà molte persone senza distinzione di età. La popolazione stremata invocò l'aiuto del Santo, con offerte private abbellirono e ampliarono la cappella e costruirono l'attuale sentiero. Il 16 agosto 1857 venne benedetto l'attuale oratorio con una grande festa come mai successo prima a quei tempi. Ogni 16 agosto il paese venera il suo Santo: il continuo ed ininterrotto suono della campanella allieta la giornata dei residenti e dei tanti turisti. Quest'anno anch'io ho tirato la robusta corda e ho fatto suonare la campanella: per chi saliva, per chi scendeva, per chi la sentiva dal paese o da una barca in mezzo al lago. Per chi crede e per chi no.


Barbara sta per partire per un altro viaggio... chissà quali altri racconti avrà nelle valige al suo rientro. Al momento le auguriamo un buon proseguimento d'estate. 

- Lo Staff di Scelgo l'Italia -


* Fotografie di Maria Caterina De Pasquale

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