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LA COPERTA ABRUZZESE

Nei giorni scorsi è venuta a farci visita la nostra amica Lorella; aveva un messaggio importante da trasmetterci, un "grido" di aiuto per salvare la coperta abruzzese di Taranta Peligna, frutto di un artigianato antico, storico, risalente all'800. Le lasciamo subito spazio, in fondo anche questa è la nostra missione: dare voce all'artigianato locale di ogni regione italiana. Oggi diamo voce all'Abruzzo sperando che ognuno di voi si informi riguardo questa antica coperta che non può e non deve sparire, sarebbe come perdere un pezzo di storia... 


"Qualche giorno fa, navigando in internet alla ricerca di informazioni sull'artigianato d'Abruzzo, mi sono imbattuta in un articolo in cui si raccontava che anche l'ultimo lanificio di coperte abruzzesi, il Lanificio Vincenzo Merlino, stava per chiudere. La notizia mi ha creato un vero turbamento perchè da sempre sono molto legata a questa regione, in cui è nato mio padre, e il suo artigianato così ricco e vario è sempre stato molto presente in casa mia. Dalla ceramica di Castelli,  ai gioielli dell'antica arte orafa, alla coperta abruzzese appunto. 

Entrando poi nel sito del lanificio ho scoperto una storia molto bella che mi ha commossa e rincuorata. In febbraio, grazie ad una lettera postata sulla pagina facebook de "L'abruzzese fuori sede", pagina molto seguita, in tantissimi sono venuti a conoscenza dell'imminente chiusura del lanificio e subito si sono attivati per salvare, attraverso il lanificio e le sue preziose coperte, le "tarante", una tradizione che da secoli è uno dei vanti della regione. Ho continuato dunque le mie ricerche scoprendo la storia della coperta, dell'importanza che da sempre ha avuto la pastorizia nell'economia dell'Abruzzo, della transumanza, che spostando uomini e greggi dai monti alla pianura faceva si che le donne si ingegnassero a lavorare la lana delle pecore per farne abiti e coperte per i loro uomini. Un altro merito della transumanza è  di aver permesso uno scambio di conoscenze  e idee. Piano piano sono arrivati i lanifici e nell'ottocento è nata la coperta abruzzese che conosciamo ancora oggi.


Il Lanificio Merlino si trova a Taranta Peligna, “patria” delle coperte, in provincia di Chieti, nel Parco Nazionale della Majella. Fin dai tempi antichi il posto ideale per le creazioni fatte con la lana, un  luogo dove la natura offre quel che serve: acque pure e piante per colorare le lane.

I disegni delle coperte provano ancora una volta il ruolo di scambio svolto dalla transumanza e non solo. Da quelli geometrici a quelli floreali (che ricordano i tappeti orientali) agli angeli che ritroviamo sulle coperte del Lanificio Merlino. Mio padre, come dicevo, era aquilano, e pur essendo io nata e vissuta a Mantova,  ho da sempre l'Abruzzo nel cuore (e grazie alla mia "Presentosa" lo porto sempre anche addosso). Quasi ogni estate, infatti, trascorro qualche giorno di vacanza all'Aquila per riempirmi cuore e anima dei profumi, dei colori, dei paesaggi di questa regione e farne scorta per l'inverno. Quando ero ragazzina vedendo le prime coperte mi sembravano troppo. Troppo colorate, troppo esagerate, troppo tutto. Ma mio padre ci teneva che anche le sue figlie ne avessero una, come nel corredo di ogni ragazza abruzzese. Ricordo che parlai con mia madre e le dissi di sceglierla lei per me. Mi raccomandai però che non fosse con colori troppo forti e lei riuscì a trovarne una che faceva per me, del Lanificio Merlino naturalmente. La mia coperta è stata acquistata alla fine degli anni '80 ed è molto diversa da quelle che oggi si producono nel Lanificio. Vederle, nel sito, mi ha piacevolmente sorpreso. Sono così diverse dalla mia! I colori si sono ammorbiditi e hanno assunto un'eleganza e un'armonia che le rende ancora più speciali


Sono giorni che penso a cosa fare per dare anch'io il mio contributo per salvare quest'arte antica che non ha eguali. Così eccomi qui su "Scelgo l'Italia". Perché non è giusto perdere "pezzi" del nostro passato che hanno contribuito a fare di noi quel che siamo oggi. Perché le tradizioni vanno salvaguardate, sempre. E perché la storia di queste coperte è così bella da sembrare una favola. Una favola in cui uomini e donne hanno contribuito per dare vita a un prodotto utile e bello. Uomini e donne che, pur vivendo mesi lontani, riuscivano a stare vicini grazie alle coperte che le donne tessevano e gli uomini usavano. Coperte ricche dell'amore di chi le faceva e di chi le usava e che, sono certa, facevano sentire tutti un po' meno soli. Perdonatemi questa è la mia parte romantica... 

Mi auguro di cuore che queste mie parole possano aiutare il Lanificio Merlino e le sue coperte, perché la coperta abruzzese non è solo bella, è speciale. Perché averla è come averne due, visto che ha due dritti e nessun rovescio. Una parte più chiara e una più scura oltre a delle belle frange fatte a mano che sono il vanto degli artigiani che le intrecciano in casa, preziose, ricche, un piccolo grande capolavoro già di per sé. L'anno scorso, nei giorni trascorsi da mia sorella nell'Aquilano, sono andata a Scanno perché volevo comprare "L'Amorino" e quest'estate mi piacerebbe tanto andare a Taranta Peligna a visitare lo stabilimento del signor Gaetano Merlino per conoscere quella parte di Abruzzo in cui non sono mai stata. Lunga vita alle coperte abruzzesi, sempre!


COPERTE MERLINO TARANTA Via della Tintoria, 1  66010 - Taranta Peligna Chieti - Abruzzo - Pagina Facebook @copertemerlino


Sappiamo che in questi giorni Lorella è nel suo Abruzzo. Speriamo riesca a far visita al lanificio e che ci porti buone notizie unite a tante fotografie di questo artigianato che non deve scomparire. Aspettiamo il suo rientro e intanto le auguriamo un buon soggiorno abruzzese. 


- Lo Staff di Scelgo l'Italia vicino agli artigiani abruzzesi -

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