Oggi siamo a Mantova, una città "bomboniera", un piccolo e prezioso gioiello storico, culturale e artistico. Siamo in compagnia della nostra writer Lorella che ci racconta una Mantova "diversa"; la Mantova del rio...la piccola Venezia. Ci parla anche di due mostre da non perdere. Il tempo scorre veloce, il treno in stazione mi aspetta, devo rientrare a Bologna, con la promessa, però, di ritornare presto per farmi raccontare tante altre "storie" mantovane.
Lorella racconta... Domenica sono arrivata in città proprio davanti alla stazione dei treni, cosa insolita per me, e invece di andare in centro seguendo la solita strada, non so perchè, ne ho percorsa un'altra: Viale Pitentino, la strada in cui si trova appunto la stazione e che fin da bambina mi ha fatto paura per la fama non proprio rassicurante di strada "mal frequentata", come in fondo lo sono tutte le strade vicino alle stazioni...
Quasi subito ho incontrato il Rio, il corso d'acqua che dal Lago Superiore inizia la sua corsa verso il Lago Inferiore. La Mantova del Rio, oggi purtroppo quasi tutto interrato, ci regala scorci di una città d'acqua dal fascino particolare, una sorta di piccola Venezia. Quello che troviamo alla sinistra del ponte è il muro che chiude il portico della chiesa di San Francesco col relativo convento oggi sede universitaria. A causa della vicinanza alla stazione ferroviaria, durante la seconda guerra mondiale, la chiesa, costruita agli inizi del 1300 e con al suo interno la Cappella Gonzaga con pregevoli affreschi coevi che fu per più di un secolo mausoleo dei Signori di Mantova, fu bombardata e gravemente danneggiata, ma grazie ai lavori di restauro oggi conserva ancora lo stile romanico gotico e merita assolutamente una visita. Se poi ci andate nel periodo di Natale avrete la sorpresa di trovarci un presepe davvero speciale con la notte e il giorno che si alternano l'acqua che scorre... Da sempre una delle chicche dei miei Natali! Alla destra del ponte invece troviamo una breve e larga scala da cui è possibile raggiungere la riva del Rio (unico punto in cui è possibile farlo) e da qui raggiungere Via Solferino e vedere, dall'altra parte del ponte, uno dei capolavori Liberty opera del mantovano Aldo Andreani, Casa Schirolli. Di lui meritano una visita anche la Camera di Commercio e la casa Nuvolari, oltre ad alcune tombe nel cimitero monumentale.
Io ho proseguito e quasi subito ho incontrato quella parte di convento che sa regalare dettagli di grande poesia come le rose che abbracciano le colonne o lo scorcio di porticato vicino alle piante di alloro. Ad un tratto mi sono trovata davanti ad un grande cancello che immetteva in un giardino che non riuscivo a riconoscere. L'entrata in effetti era piuttosto arretrata rispetto alla strada, ma mi ha incuriosito e non mi sono mossa fino a che non ho capito di cosa si trattasse. Poi un'illuminazione.... il retro del giardino di palazzo D'Arco, ecco cos'era!
Avendo sempre visto il giardino dalla parte opposta non l'avevo riconosciuto. Palazzo D'Arco l'ho poi costeggiato per arrivare in Via Portazzolo, lasciandomi alle spalle viale Pitentino, per proseguire verso il centro città. I Conti D'Arco di Trento si trasferirono nella mia città nel 1740 e unendo alcuni edifici esistenti e costruendone di nuovi diedero vita al palazzo che vediamo oggi e che ci regala, attraverso diversi ambienti, la vita di questa nobile famiglia fino agli anni 70 del 900 quando la contessa Giovanna morì senza lasciare eredi. Da non perdere in uno degli edifici La sala dello Zodiaco affrescata dal Falconetto nel primo ventennio del 500. E poi il palazzo con ambienti di grande fascino. La cucina con una ricca raccolta di utensili in rame, la sala da pranzo con la tavola apparecchiata con i piatti di Ginori col monogramma del Conte Antonio D'Arco le cui iniziali sono ricamate anche su tovaglia e tovaglioli, la sala della musica con la sua ricca raccolta di strumenti musicali... Ma c'è molto di più di questo se avete voglia di scoprire una residenza davvero speciale. Ultimo, ma per importanza, il teatrino D'Arco, costruito dove un tempo c'erano le scuderie della famiglia, sede dal 1946 dell'Accademia teatrale Campogalliani. A tutt'oggi la compagnia offre un ricco programma che spazia dai classici ai moderni e che io seguo con grande piacere.
In contemporanea con Festivaletteratura, il Festival letterario più bello del mondo di cui sono orgogliosamente socia, quest'anno è stata inaugurata la Mostra “FATO E DESTINO -Tra mito e contemporaneità” nell'appartamento della Rustica nel complesso di Palazzo Ducale. Sarà visitabile fino al 6 gennaio ed è gratuita. I motivi per cui visitarla sono davvero tanti. Da mantovana vi posso dire che il mio interesse, oltre alla mostra in sé, è per l'ingresso. Vi si accede infatti dal Giardino dei Semplici (aperto molto raramente) costruito nel 1400 e contemporaneo della Domus Nova di Luca Fancelli che si vede sul fondo del giardino. Questo architetto collaborò a lungo con Leon Battista Alberti che a Mantova lasciò il suo capolavoro, la basilica di Sant'Andrea, che conserva al suo interno la reliquia dei Sacri vasi contenenti la terra intrisa del sangue di Gesù Cristo portata a Mantova dal soldato romano Longino. Ma questa è un'altra storia.
Ma torniamo all'appartamento della Rustica, che non rientra nel normale percorso di visita, e per me è stato una vera scoperta, che fu voluto da Federico II Gonzaga. Fu progettato e iniziato da Giulio Romano che già aveva progettato costruito e affrescato, sempre per Federico II ,Palazzo Te, la sua opera più importante, e completato dall'architetto mantovano Giovan Battista Bertani di cui a Mantova troviamo la casa in via Trieste 8. Quel che più mi ha colpito di questo appartamento sono alcuni soffitti e il fatto che da alcune finestre si gode di una bellissima vista sul Cortile della Cavallerizza,uno dei cortili più belli della reggia gonzaghesca impreziosito da colonne tortili (o salomoniche).
E poi la mostra, ma di questa non dirò nulla, è giusto che ognuno se la assapori senza condizionamenti. Ovviamente Mantova è molto di più di questo e questa è solo una piccola parte della mia domenica che ho il piacere di poter condividere con voi che mi leggete. In ultimo: da non perdere la mostra di Marc Chagall a Palazzo della Ragione che resterà aperta fino al 3 febbraio 2019.
Lorella mi saluta dalla pensilina della stazione mentre il treno si allontana prendendo velocità... io e Scelgo l'Italia torneremo presto in questa città piena di fascino e di storia, siamo certi che Lorella saprà stupirci con nuove storie.
- Lo staff Scelgo l'Italia -
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