Oggi con la nostra Barbara facciamo un tour al Teatro Regio di Parma. Travolti dalle particolareggiate descrizioni della nostra inviata, intervallati da brevi accenni di opere liriche, le lasciamo la parola mentre noi sorseggiamo un rinfrescante latte e menta in questa torrida giornata di fine luglio.
...la prima volta è stata poco più di due anni fa; c'era "l'ottobre verdiano" a Parma, mettevano in scena il Don Carlo. E' troppo impegnativo per un'esordiente mi dicevano, ma io sono un'appassionata dell'opera e soprattutto del Regio. Non ho alcuna pretesa da intenditore, è una passione troppo recente, acerba; un istinto naturale innato che seguo e che mi scatena emozioni sempre forti e diverse. Da quel Don Carlo ne sono seguite altre: La Traviata, Il Rigoletto, Tosca, Aida... ma al mitico Regio anche una commedia si trasforma in uno spettacolo magico. Amo questo Teatro, uno dei più importanti della tradizione italiana, come e quanto una parmigiana vera e così provo a "raccontarvelo".
Il Teatro fu costruito su progetto dell'architetto di corte Nicola Bettoli per volere di Maria Luigia, moglie di Napoleone e Duchessa di Parma, alla quale la città deve molto. Ancora oggi, infatti, risulta essere una figura molto amata. I lavori cominciarono nel 1821 e finirono nel 1829 quando il Teatro venne inaugurato con il nome di Nuovo Teatro Ducale.
All'esterno la facciata neoclassica è caratterizzata da un colonnato e un'enorme finestra "termale" (la finestra termale è una grande finestra semicircolare suddivisa in tre parti, dove la parte centrale risulta normalmente più grande rispetto le due laterali) alla quale fanno da cornice due "Fame" a bassorilievo. Una volta entrati si accede al foyer dove si possono ammirare due file di quattro imponenti colonne in in marmo bianco di Carrara in stile ionico. Stesso marmo bianco anche per il pavimento. Dal foyer una scalinata porta alla Sala del Ridotto dove si trovava il trono della Duchessa: ci si poteva accedere direttamente da Palazzo. In platea le classiche poltroncine in velluto rosso (un tempo azzurre, colore degli Asburgo) poggiano su una pavimentazione in parquet. Intorno quattro file di palchi e il loggione, tutti finemente intarsiati con colori oro e burro. In alto il meraviglioso soffitto, dipinto da Giovanbattista Borghesi, con prevalenza dei colori azzurro e oro. Il maestoso lampadario (pesa più di una tonnellata) è in bronzo dorato e fu costruito dalle pregiate officine Lacarrière di Parigi. Il sipario dipinto sempre dal Borghesi, raffigura Minerva ritratta con le sembianze di Maria Luigia circondata da muse, ninfe e poeti. In alto, sopra il sipario, l'antico orologio che funziona ancora durante gli spettacoli e scandisce il tempo di cinque minuti in cinque minuti. Nel 1853 Girolamo Magnani, su commissione di Carlo III di Borbone restaurò e decorò con stucchi e dorature l'aspetto neoclassico di Paolo Toschi regalando al Regio l'attuale stile Rinascimentale. Magnani, in seguito, fu collaboratore di Verdi, infatti dipinse e decorò molte sceneggiature.
Non mi dilungo oltre, confido di aver suscitato in voi che leggete, la voglia di salire in macchina, o in treno, alla volta di Parma, peraltro recentemente proclamata Capitale della Cultura 2020, il cui splendido Regio è solo una delle punte di diamante. Una curiosità: Maria Luigia donò a famiglie nobili del tempo alcuni palchetti con salottino annesso, che ancora oggi appartengono agli eredi per un uso esclusivo. Una visita al Regio è stimolante e accende l'immaginazione: è come atterrare in un'epoca romantica e raffinata, quasi come se il canto, la musica, la storia, l'arte e le mise eleganti di allora fossero trattenute da queste mura per poi offrirsi ai visitatori.
Doverosa è anche la sosta al Caffè del Teatro dove si è accolti da due eleganti sale con le tende di velluto dorato e i lampadari di cristallo che trasudano storia e musica. Qui si possono consumare bibite o caffè, ma anche gustare piatti della tradizione emiliana. Mentre vi racconto la storia del Regio, una delle mie "arie" preferite, la Marcia Trionfale dell'Aida, suona e risuona nella mia mente. Immaginate anche voi di ascoltare la vostra prediletta mentre leggete e così con la fantasia, sprofondando nella vostra poltrona al Regio, potrete quasi sentire e respirare quel particolare odore presente in tutti i teatri, mentre il maestro in frac di spalle si appresta a dirigere,... le luci si spengono, il sipario si apre e lo spettacolo può cominciare....
Il nostro latte e menta è finito, ma la curiosità che ha suscitato in tutti noi Barbara ci fa programmare, nonostante il caldo tropicale, una gita a Parma. Scelgo l'Italia trascorrerà una giornata in questa bella città emiliana, per ammirare, scrivere e fotografare, oltre al Regio, anche tutte le altre attrazioni artistiche, culturali e gastronomiche.... e sperando di incontrare anche voi che leggete, vi auguriamo una buona permanenza in questa bellissima città.
Info: il teatro ed i suoi spazi sono visitabili in determinati orari e giornate. Vi consigliamo di fare riferimento al sito ufficiale del Teatro Regio
- Lo staff di Scelgo l'Italia -
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